La Cina ammette alcune difficoltà e Shanghai crolla
I dati macro che arrivano venerdì dalla Cina sono contraddittori, produzione industriale e vendite al dettaglio sono in crescita, ma il settore immobiliare vede i prezzi scendere ai massimi dal 2015. E Pechino inizia ad ammettere che il 2022 è diverso. Futures in rosso dopo il warning di FedEx
I dati macro che arrivano dalla Cina sono buoni, ma la brutta chiusura di Wall Street, con i timori di una recessione globale causata dal rialzo dei tassi e l’ammissione di Pechino che il 2022 sarà più complesso degli anni precedenti, tiene sotto scacco le borse in Asia. Venerdì 16 settembre alle ore 7:05 italiane l’Hang Seng perde l’1,05%, Hong Kong lo 0,4%, Shanghai l’1,4%. Due ore più tardi, però, Shanghai precipita (-2,3%).
L’oro cede a sua volta lo 0,3% a 1.672 dollari l’oncia, il petrolio Wti americano sale invece dello 0,27% a 85,33 dollari il barile. Stabile l’euro a 0,9997 come la sterlina a 1,1465, in leggero rialzo lo yen a 143,27. Il T bond Usa decennale rende il 3,456% dal 3,449% di inizio sessione asiatica, mentre i futures su Wall Street sono in calo per ora dello 0,8% in media zavorrati dal Nasdaq.
La Cina riconosce maggiori difficoltà nel 2022
L’Hang Seng ha cominciato a scivolare intorno al mezzogiorno ora locale di venerdì dopo aver chiuso positivo il giorno precedente, con gli investitori preoccupati per un rallentamento globale a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Nel frattempo, l’Ufficio nazionale di statistica cinese ha riconosciuto che l’economia del Paese deve affrontare maggiori difficoltà quest’anno rispetto agli anni precedenti a causa di crescenti complessità da risolvere internamente e all’estero.
Cina, i prezzi delle nuove case in calo ai massimi da 7 anni
Nel frattempo, i prezzi delle nuove case in Cina sono diminuiti al ritmo più elevato degli ultimi 7 anni ad agosto a causa di una crescente crisi del debito e dei severi limiti posti dalle restrizioni anti Covid. Inoltre gli investimenti immobiliari si sono ridotti del 7,4% anno su anno tra gennaio e agosto, il valore più alto registrato in Cina da marzo 2020, allargando il calo del 6,4% registrato tra gennaio e luglio. Tra i settori sotto stress oggi sulle borse cinesi quello finanziario, la tecnologia, i materiali di base e l’energia, che sono scesi fino al 2,4%.
Cina, produzione industriale e vendite in crescita ad agosto
La produzione industriale cinese è aumentata del 4,2% anno su anno ad agosto 2022, rispetto al consenso del mercato e al valore registrato a luglio del 3,8%, indicando il quarto mese consecutivo di aumenti. L’ultimo dato ha anche segnato la crescita più forte da marzo, sostenuta da un’accelerazione sia della produzione manifatturiera che dei servizi pubblici favorita da segnali che la recente ondata di Covid potrebbe aver raggiunto il picco.
Il commercio al dettaglio sempre in Cina è aumentato del 5,4% su base annua ad agosto 2022, superando le stime di mercato del 3,5% e accelerando da una crescita del 2,7% un mese prima. Questo è stato il terzo mese consecutivo di aumento mentre i consumi si sono rafforzati in seguito all’ulteriore allentamento dei lockdown in diverse megalopoli del Paese. Considerando i primi otto mesi dell’anno, le vendite al dettaglio sono salite dello 0,5%.
Il warning di FedEx sull’economia e la Fed
I futures sulle azioni statunitensi sono scesi venerdì quando la FedEx ha emesso un inquietante avvertimento sull’economia globale, aggiungendo alle preoccupazioni che i solidi dati statunitensi relativi alla crescita forniranno alla Federal Reserve le munizioni per continuare ad aumentare i tassi di interesse in modo aggressivo. I Fed Funds indicano che esiste circa il 35-40% delle possibilità che la settimana prossima la Banca centrale americana alzi i tassi di 100 punti base.
Nel trading afterhours, FedEx è crollata del 16% dopo aver ritirato la guidance per l’intero anno e aver annunciato che accelererà in modo aggressivo gli sforzi di riduzione dei costi, citando tendenze macroeconomiche “notevolmente peggiorate”. (riproduzione riservata)
