Elezioni italiane: Facebook nel mirino del Garante per la privacy

Il social del gruppo Meta ha ricevuto una richiesta di chiarimento da parte dell’Autorità per la privacy. Ecco i dettagli

Facebook è finita ancora una volta nel mirino del Garante per la privacy. Stavolta è l’unità italiana del gruppo Meta ad essere coinvolta, in merito a una campagna informativa sulle elezioni italiane. Per la precisione, Facebook Italia si è rivolta agli utenti maggiorenni italiani, rimuovendo i contenuti che istigano le persone a non andare a votare. Al riguardo, ci sarebbe la collaborazione con organizzazioni indipendenti di controllo rapido e l’uso di un centro operativo virtuale in grado di identificare per tempo le potenziali minacce.

L’Autorità di vigilanza, però, sta chiedendo chiarimenti urgenti al social network,  che deve fornire “informazioni puntuali sulla natura e modalità dei trattamenti di dati su eventuali accordi finalizzati all’invio di promemoria e alla pubblicazione degli adesivi informativi”. Inoltre, il Garante vuole assicurarsi che l’iniziativa di Facebook sia indirizzata solamente alle persone maggiorenni.

Meta, attraverso un portavoce, ha dichiarato che tutto ciò si è svolto nel pieno rispetto della privacy degli utenti, conformandosi alle linee guida del Garante. “Stiamo collaborando con l’Autorità Garante spiegando come lavoriamo, al fine di contribuire a proteggere l’integrità delle elezioni italiane e di aiutare le persone ad accedere a informazioni elettorali affidabili provenienti dal Ministero dell’Interno”, ha riferito l’azienda di Mark Zuckerberg.

Facebook ed elezioni: una storia che si ripete?

Non è la prima volta che Facebook ricade sotto l’occhio vigile del Garante per la privacy. Nelle elezioni del 2018 il gigante del Web fu coinvolto nel caso Cambridge Analytica. Questa è una società di consulenza e marketing online britannica che aveva raccolto dati personali con riferimento a 87 milioni di account Facebook, senza che vi fosse stato alcun consenso da parte degli interessati. Lo scopo era quello di utilizzarli per influenzare la campagna elettorale. La società è stata anche implicata anche in altre questioni torbide che riguardavano le elezioni americane del 2016 e il referendum su Brexit dello stesso anno.

Per quanto accadde nel 2018, Facebook ha ricevuto una multa di 1 milione di euro, per non avere adeguatamente gestito la vicenda. Adesso l’ammenda potrebbe ripetersi se il Garante dovesse ravvisare la stessa imperizia. “È necessario prestare particolare attenzione al trattamento di dati idonei a rivelare le opinioni politiche degli interessati e al rispetto della libera manifestazione del pensiero”, ha precisato l’Autorità che vigila sulla privacy degli utenti.

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