Petrolio, l’Arabia Saudita avverte dei tagli alla produzione dell’Opec e spinge su i prezzi

Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita ha affermato che l’Opec+ potrebbe tagliare la produzione a causa della “nociva volatilità” del mercato

I prezzi del petrolio trattano in rialzo di oltre un punto percentuale con il Brent che ora vale oltre i 97 dollari l’oncia e il Wti oltre 91 dollari. A bloccare la virata al ribasso che avevano intrapreso i prezzi del greggio nelle ultime sedute, a causa dei timori di un blocco della domanda per la prevista recessione dell’economia globale, è stata la notizia di un possibile blocco alla produzione dell’Opec+, il cartello dei paesi produttori di petrolio.

L’Arabia Saudita avverte dei tagli alla produzione

“L’elevata volatilità e la bassa liquidità del trading indicano che il mercato petrolifero sta vivendo in condizioni di mercato sempre più nocive, e questo potrebbe costringere l’Opec+ a prendere misure appropriate”, ha detto il ministro dell’Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman.”Senza sufficiente liquidità, il mercato petrolifero non può riflettere adeguatamente le realtà fisiche delle scorte, e questo può dare un falso senso di sicurezza nei momenti in cui la capacità inutilizzata è gravemente limitata e il rischio di gravi interruzioni delle forniture rimane elevato”, ha detto in risposta alle domande di Bloomberg. Bin Salman ha osservato inoltre che l’Opec+ possiede gli strumenti necessari per far fronte alle sfide attuali, “anche riducendo la produzione in qualsiasi momento e in varie forme, come è stato dimostrato nel 2020 e nel 2021″.

A lavoro su un nuovo accordo per la produzione di petrolio dei prossimi anni

Guardando ai prossimi anni, il ministro saudita ha evidenziato che l’Opec+ sarà “presto al lavoro per un nuovo accordo sulla regolamentazione della produzione, per il periodo successivo al 2022, che si baserà sulla precedente esperienza, sui risultati e i successi”. “Intendiamo rendere il nuovo accordo più efficace di prima”, ha concluso Bin Salman, “quando vediamo come l’attuale pericolosa volatilità mina le fondamenta del mercato e la sua stabilità, la nostra determinazione non fa che aumentare”.

Lo scenario energetico si complica sullo scacchiere internazionale

Con l’Arabia Saudita che si è fatta avanti per difendere i prezzi del greggio, è probabile che il mercato colga l’occasione per costruire posizioni lunghe, secondo gli analisti. Nello scenario globale quello delle scorte di petrolio è però solo uno dei problemi che intacca la crisi energetica. In ballo c’è anche l’accordo sul nucleare tra Stati Uniti e Iran che attualmente rimane una grande certezza. Intanto l’Europa si ritrova a fronteggiare prezzi del gas mai visti finora, con il Ttf ad Amsterdam che ha aperto la seduta in rialzo a 290 euro al megawattora, per poi ritracciare scendendo a 270 euro. (riproduzione riservata)

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