Future Ue in ribasso, recessione in Germania potrebbe “durare anni”

Di Peter Nurse

Investing.com – Prevista una nuova apertura in rosso per i mercati europei questo mercoledì, con il FTSE MIB che è stata l’unica piazza europea a chiudere in rialzo il tradign della vigilia grazie al rialzo dei titoli legati al greggio.

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I principali indici della regione potrebbero muoversi in un range ristretto mercoledì, dopo che un altro responsabile della politica della Fed ha suggerito che l’aggressiva stretta monetaria della banca centrale continuerà a settembre.

Il presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis, Neel Kashkari, ha dichiarato martedì che “è molto chiaro che la Fed deve inasprire la politica monetaria. Quando l’inflazione è all’8% o al 9%, corriamo il rischio di disancorare le aspettative di inflazione e di portare a risultati molto negativi”.

Questi commenti, gli ultimi di una serie di interventi simili da parte di importanti governatori della Fed, fanno sì che gli investitori siano più cauti in vista simposio di Jackson Hole, nel Wyoming, dove ci si aspetta che il presidente della Fed Jerome Powell lanci un messaggio più o meno chiaro sulle intenzioni della banca nelle prossime riunioni.

In Europa, con l’inflazione si avvicina a due cifre, i prezzi del gas non accennano a raffreddarsi mentre l’attività delle imprese dell’Eurozona si è contratta per il secondo mese consecutivo in agosto, lasciando presagire una recessione verso la fine dell’anno.

L’impatto economico della guerra russo-ucraina sulla Germania, la più grande economia dell’Eurozona e principale motore di crescita, durerà anni, ha dichiarato mercoledì l’autorevole economista Marcel Fratzscher dell’Istituto tedesco per la ricerca economica, aggiungendo che l’impatto potrebbe durare fino al 2025, quando la Germania si aspetta di essersi liberata da ogni esposizione al gas russo.

Intanto, i prezzi del petrolio sono scesi mercoledì, cedendo parte dei forti guadagni della sessione precedente, con gli operatori che rivalutavano le possibilità di un imminente taglio della produzione da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e dei suoi alleati, un gruppo noto come OPEC+.

Martedì, il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il più grande produttore mondiale e leader de factor dell’OPEC+, ha segnalato la possibilità di tagli all’offerta per correggere il recente calo del prezzo del petrolio.

Tuttavia, il gruppo sta già lottando per raggiungere il suo obiettivo mensile e un accordo tra tutti i membri per ridurre i flussi di entrate potrebbe rivelarsi politicamente difficile da vendere.

A dare manforte alla debolezza di questa seduta, i dati dell’American Petroleum Institute hanno mostrato che le scorte di greggio degli Stati Uniti sono scese di 5,6 milioni di barili nella settimana fino al 19 agosto, ben oltre le aspettative di un calo di 450.000 barili.

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