Asia, borse contrastate trascinate da Wall Street

Il focus resta sulle banche centrali con l’appuntamento della settimana con Jackson Hole. In Cina persistono le preoccupazioni per la crescita dell’economia

Il Nikkei segna un rosso dell’1,20% mantenendosi ben sotto la soglia dei 29 mila punti a 2.453 punti. A trascinate giù il listino sono principalmente i titoli tech e automotive. Ma più in generale sul sentiment pesano ancora le preoccupazioni per l’ulteriore inasprimento della Federal Reserve e delle altre banche centrali. Questa settimana gli investitori si stanno concentrando sui dati economici e le loro implicazioni per le politiche in vista del simposio di Jackson Hole della Federal Reserve alla fine di questa settimana, quando venerdì prenderà parola il presidente della banca centrale Usa, Jerome Powell.

La Cina prosegue contrastata trascinata da Wall Street

L’indice Shanghai Composite è salito dello 0,18%, mentre lo Shenzhen Composite è sceso dello 0,25%. Dopo aver oscillato tra lievi perdite e guadagni in un avvio volatile della sessione, le borse cinesi hanno seguito il selloff di Wall Street durante la notte, quasi ignorando la mossa accomodante di politica monetaria che ha messo in campo la Cina per sostenere l’economia tagliando i tassi. Persistono anchele preoccupazioni per la crescita dell’economia cinese con un occhio di riguardo particolare al settore immobiliare particolarmente in affanno.

Il dollaro continua a rafforzarsi sulle altre principali valute

Le valute asiatiche hanno registrato un andamento misto sul dollaro. Lo yuan e la maggior parte delle altre valute asiatiche sono andate sotto pressione dopo le dichiarazioni di diversi esponenti della Fed che hanno rafforzato il biglietto verde e intaccato la propensione al rischio. La moneta americana resta forte anche sulla divisa giapponese che tratta a quota 137. 

Oro e petrolio in leggero rialzo 

Il prezzo dell’oro torna in lieve rialzo (+0,13% a 1.750 dollari l’oncia) dopo aver toccano il minimo degli ultimi tre mesi durante la vigilia, indebolito dalla forza del dollaro. Nel frattempo i prezzi del petrolio trattano in rialzo mentre le rinnovate preoccupazioni per la ristrettezza dell’offerta hanno dominato il sentimento del mercato dopo che l’Arabia Saudita ha avvertito che il principale produttore di petrolio potrebbe tagliare la produzione per correggere un recente calo del prezzo del greggio. Il Brent tratta adesso a 97,13 dollari al barile (+0,67%), mentre il Wti vale 91,06 dollari (+0,79%). (riproduzione riservata)

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Previous post Dax future: ceduta anche quota 13.300
Next post Energia, record di gas e luce: imprese stremate dai costi