Auto, il mercato Europeo torna in positivo dopo 13 mesi: agosto chiude a +3,4%

L’associazione europea dei costruttori Acea sottolinea però che il risultato rimane molto al di sotto dei livelli pre-pandemia

L’Europa interrompe la sfilza di 13 mesi con immatricolazioni in contrazione rispetto al periodo precedente e registra nel mese di agosto un piccolo segnale di ripresa, con 748.961 immatricolazioni nell’intera area, compresa l’Efta e la Gran Bretagna. Il dato segna un incremento del 3,4 %. Il miglioramento ha interessato tutti e trenta i paesi dell’area, come rileva il Centro Studi Promotor, tranne sette piccoli mercati (Danimarca, Finlandia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia e Norvegia).

Nonostante il recente miglioramento, come rileva l’Acea, l’Associazione dei produttori di auto europei, i cali precedenti pesano negativamente sulla performance cumulativa. Di conseguenza, i quattro mercati chiave hanno tutti subito perdite finora quest’anno: Italia (-18,4%), Francia (-13,8%), Germania (-9,8%) e Spagna (-9,4%). Nel periodo gennaio-agosto 2022, rispetto all’anno prima, c’è stato un calo dell’11,8% mentre rispetto allo stesso periodo del 2019, l’anno pre-pandemia, il calo è del 33,3%.

Quanto alle case produttrici, i due principali gruppi, Volkswagen e Stellantis, recuperano nel mese rispettivamente il 6,3 e l’11%, con buone performance di tutti i brand, pur restando in terreno negativo da inizio anno, del 16 e del 17%. In casa Stellantis soffre il marchio Jeep che perde da inizio anno un quarto dei volumi.

Hyundai si consolida al terzo posto ed è l’unico grande gruppo a segnare una crescita dei volumi, dell’8,8%, da inizio anno. Bene nel mese Toyota, Bmw e Mercedes mentre il Gruppo Renault registra un calo anche nel mese di agosto anche se da inizio anno la contrazione è contenuta rispetto agli altri gruppi, pari al 5,5%.

Mancano all’appello volumi pari a circa un terzo del mercato rispetto alla fase precedente al Covid, con un mercato che si è assestato al ribasso con una domanda debole e grossi problemi lungo la catena di approvvigionamento di componenti elettroniche in tutti i paesi produttori. Con grosse incognite sul futuro visto che ai fattori di crisi non ancora superati effetti della pandemia, carenza di componenti, calo del potere di acquisto degli automobilisti, guerra in Ucraina, ecc.), sottolinea Gian Primo Quagliano a capo di Promotor, «si stanno aggiungendo due ulteriori importanti elementi negativi: l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia e la crescita dell’inflazione che finirà per incidere in maniera significativa anche sui prezzi delle automobili».

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