Wall Street fallisce il rimbalzo e la California fa causa ad Amazon

Pesa ancora il dato di ieri sull’inflazione scesa meno del previsto. Ben intonato il Nasdaq (+0,8%). Un procuratore generale accusa di concorrenza sleale il gruppo di Bezos

Rimbalzo fallito. All’indomani della peggior seduta borsistica vissuta negli ultimi due anni, gli indici americani restano inchiodati a ridosso della parità con l’S&P che chiude a +0,11% e il DowJones che guadagna lo 0,1%. Più convincente la performance del Nasdaq (+0,85%) che ieri tuttavia aveva lasciato sul terreno oltre il 5% del proprio valore. La giornata col freno tirato al di là dell’Atlantico è soprattutto figlia dei prezzi alla produzione che nella misurazione agostana resa nota poche ore fa ha mostrato una crescita tendenziale dell’8,7%, a fronte di un decremento risibile (-0,1%) su base mensile malgrado i reiterati interventi della Fed sul costo del denaro nel tentativo per ora vano di raffreddare l’inflazione. Non a caso, nelle ultime ore molti analisti hanno rivisto le aspettative sulla stretta monetaria. Nomura, ad esempio, prevede che la settimana prossima la Federal Reserve aumenterà i tassi addirittura di 100 punti base e si aspetta che entro fine marzo 2023 il costo del denaro si attesti tra 4,5% e 4,75%. Propende per un incremento di analoga portata anche Larry Summers, ex consigliere economico della Casa Bianca che in un tweet ha sottolineato come in uno scenario del genere alla Fed non rimanga che portare i tassi al 4%, dall’attuale 3%-3,25%.

La California fa causa ad Amazon

Poco prima della chiusura di Wall Street è uscita la notizia che la California ha citato in giudizio Amazon. Il procuratore generale dello Stato, Rob Bonta, ha dichiarato che i contratti stipulati dal colosso delle vendite al dettaglio online con venditori e grossisti di terze parti gonfiano i prezzi, soffocano la concorrenza e violano le leggi antitrust e sulla concorrenza sleale dello Stato. Bonta ha quindi annnunciato che il suo ufficio ha intentato una causa presso la Corte Superiore di San Francisco, chedendo di fermare le politiche di Amazon, che impediscono ai commercianti di offrire prezzi più bassi attraverso i siti web concorrenti. Il procuratore chiede inoltre il pagamento di danni non specificati all’economia statale e 2.500 dollari per ogni violazione del codice civile e professionale dello Stato provata al processo. Si tratta della più grande sfida legale affrontata finora da Amazon negli Stati Uniti. Il titolo Amazon ha comunque chiuso gli scambi con un apprezzamento vicino all’1%.

Tra gli altri titoli in evidenza, Moderna si è rivalutata di quasi il 5% in scia alle dichiarazioni del ceo Stephane Bancel che in un’intervista a Reuters ha detto di essere al lavoro per l’espansione del business in Cina. A ridosso di un apprezzamento del 5% si muove anche Starbucks, dopo che la multinazionale del caffè da asporto ha alzato le guidance nel medio termine, fronte su cui nei prossimi tre anni si attende una crescita a doppia cifra sia per i ricavi sia per gli utili per azione. Ancora più marcata è la performance messa a segno da Nikola. Il gruppo Usa specializzato nella produzione di veicoli a propulsione elettrica e a idrogeno scambia in rialzo di quasi il 7% e beneficia sia di una revisione di target da neutral a buy da parte di Btig sia dell’approvazione da parte di Joe Biden di uno stanziamento da 900 milioni di dollari per la realizzazione di numerose stazioni di ricarica per i veicoli elettrici in 35 Stati americani. (riproduzione riservata)

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