Cina in forte rosso, il lockdown a Shenzhen fa paura. Euro sotto stress in Asia

Nonostante i buoni dati economici, i mercati vendono le azioni in Cina. Pesano le nuove restrizioni ai movimenti che questa volta hanno colpito Shenzhen, il centro tech del Paese. Petrolio tonico in vista del meeting Opec+ 

L’allargamento dei lockdown in Cina non aiuta il sentiment dei mercati né lo yuan, che lunedì 5 settembre perde lo 0,5% sul dollaro e si porta ai minimi di agosto 2020 (cambio dollaro-yuan a 6,95) nonostante i buoni dati macro. Alle ore 7:05 italiane il Nikkei è piatto, l’Hang Seng cede l’1,55%, Shanghai guadagna lo 0,01%. Oro stabile a 1.723 dollari per oncia, petrolio Wti americano in salita del 2,15% a 88,74 dollari il barile.

Il dollaro è forte oggi su tutte le maggiori valute, l’euro perde lo 0,76% a 0,9881, lo yen lo 0,10% a 140,35, la sterlina lo 0,5% a 1,1453. Il T bond Usa decennale rende il 3,199%, mentre i futures su Wall Street sono piatti per ora (si muovono anche se oggi è Labour Day negli Usa).

L’Hang Seng cade sotto il peso dei nuovi lockdown

In Cina diverse città stanno continuando la loro battaglia contro l’aumento dei casi di Covid, con Shenzhen, centro tecnologico del Paese, che ha fermato i trasporti pubblici a causa del lockdown. Sul fronte dei dati economici, la crescita del Pmi servizi cinese è leggermente rallentata ad agosto a causa dell’impatto del clima avverso e della politica zero Covid di Pechino. Nei due listini principali, quasi tutti i principali settori sono scambiati al ribasso, zavorrati dai titoli del consumo, tecnologia e finanza. 

La Cina ha esteso nel frattempo le restrizioni ai movimenti in alcuni distretti della megalopoli occidentale Chengdu e ha ordinato più test di massa, dimostrando la volontà di sradicare il Covid nonostante le enormi perdite economiche. Mentre la crescita della seconda economia più grande al mondo sta vacillando proprio a causa dei ripetuti lockdown, lo yuan è crollato ai minimi degli ultimi due anni e sembra destinato a ulteriori perdite. Un fatto che ha spinto Goldman Sachs a prevedere onde d’urto non solo nei Paesi vicini alla Cina, ma anche in Africa e America Latina, con uno yuan più fragile che rischia di innescare svalutazioni competitive.

Cina, il Pmi servizi di Caixin rallenta ma sempre in area di crescita 

Il Pmi Caixin China General Services è sceso a 55,0 ad agosto 2022 dal massimo degli ultimi 15 mesi di luglio di 55,5 a causa della recente ondata di Covid e dell’impatto delle avverse condizioni meteorologiche. Tuttavia, l’ultimo dato ha indicato il terzo mese consecutivo di crescita dei servizi, con i nuovi ordini cresciuti in modo solido nonostante un calo più marcato dell’esportazione e dell’occupazione. Nel frattempo, la fiducia ha raggiunto il massimo da novembre 2021.

Il petrolio sale in vista della riunione dell’Opec+

Lunedì i futures sul greggio Wti sono saliti sopra gli 88 dollari al barile mentre i trader analizzano le prospettive sul lato offerta prima di una riunione dell’Opec+ attesa in giornata, soppesando l’impatto delle ultime ricadute della crisi energetica in peggioramento dell’Europa. Gli analisti non si aspettano alcun cambiamento significativo, ma il recente avvertimento dell’Arabia Saudita che l’Opec+ potrebbe tagliare la produzione in qualsiasi momento sta tenendo i mercati in tensione.

La possibile mossa ha ottenuto ampio sostegno da altri produttori e dovrebbe contrastare un potenziale aumento dell’offerta dall’Iran. Nel frattempo, il colosso energetico russo Gazprom ha dichiarato venerdì che per ora non può riprendere i flussi di gas verso l’Europa aggravando la crisi energetica della regione e alimentando i timori di un maggiore uso di petrolio per la produzione di energia.

Nel frattempo, i prezzi del greggio sono scesi di quasi il 7% la scorsa settimana e di circa il 30% da metà giugno a causa dei timori che l’inasprimento delle condizioni monetarie nel mondo e i ripetuti lockdown in Cina avviati dallo scorso marzo danneggino la domanda.  (riproduzione riservata)

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