Banche: Mps ai minimi storici per aucap scindibile, “aveva ragione Orcel”

Di Alessandro Albano

Investing.com – L’ennesimo aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro si farà, resta solo da capire con quali modalità. Intanto Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) non si stacca dai minimi storici toccati lunedì in area 0,37 euro per azione (-2,3%) con un ribasso da inizio anno pari a circa il 60%.

A scatenare l’ultima ondata di gente sul titolo della banca più vecchia al mondo è stata la notizia dell’aucap “scindibile” che il management della banca vorrebbe portare avanti, come si evince nella relazione per l’assemblea del prossimo 15 settembre.

Un’operazione in più fasi, quindi, che si scontra con l’operazione “inscindibile” e “a condizioni di mercato” che l’Ad Lovaglio aveva annunciato in Commissione Banche lo scorso luglio, indicando le date dell’aucap con inizio ad ottobre e fine al 12 novembre.

La modifica dei termini, tuttavia, potrebbe anche portare un allungamento delle tempistiche con conseguenti ritardi sui piani di privatizzazione della banca, la cui scadenza è stata prorogata per altri due anni dal governo Draghi dopo colloqui con Bruxelles per la manza di soggetti interessati a Rocca Salimbeni.

A questo punto le ipotesi sarebbero due: la prima, e la più probabile, prevede un versamento iniziale di 1,6 miliardi entro metà novembre con l’aiuto successivo di fondi privati e il tanto ricercato istituto privato che dovrebbe prendersi in carico il Monte.

La seconda ipotesi, secondo La Repubblica, tiene conto delle attuali condizioni macro e di mercato che potrebbero non convincere il 36% degli azionisti privati, molti al dettaglio, con le banche firmatarie del consorzio garante pronte ad aprirsi a più opzioni, per “evitare eccessivi accolli di inoptato”.

I nomi citati dal quotidiano comprendono dai primi quattro joint global coordinator BofA, Citigroup (NYSE:C), Credit Suisse, Mediobanca (BIT:MDBI), ai quattro joint bookrunners Banco Santander (BME:SAN), Barclays (LON:BARC) Ireland, SocGen e Stifel (NYSE:SF).

“Banca Mps ha sfiorato i minimi di 0,37 euro che corrisponderebbero ad una capitalizzazione di borsa di 370 mln di euro che in termini di capitale sociale sarebbe il 7,5% rispetto ad un valore contabile di 4,95 mld di euro dopo la riduzione di 4,24 mld proposta dal CdA per l’Assemblea Straordinaria del 15 settembre, a causa di perdite per 4,66 mld”, spiega ad Investing.com Guido Gennaccari, investitore e founder di Trading Room Roma.

A giugno 2022, ricorda Gennaccari, Mps aveva in bianco 3,2 miliardi tra bad loan (1,2 mld) UTP (1,9) e Past due (0,1 mld). Aveva dunque ragione lo scorso anno Andrea Orcel, Ad di UniCredit SpA (BIT:CRDI) che chiedeva un aumento di capitale da 6,3 mld a copertura forse di stage2 dubbi in bilancio? “Questo giustificherebbe l’altissimo sconto del price to book value del titolo”, risponde l’esperto.

Secondo il fondatore di TRR, “ora sarà necessario attendere l’opinione della Bce per l’aumento di capitale che sarà scindibile, quindi a rischio mercato per 0,9 mld (1,6 ci pensa il Mef), tranne che si impegnino le altre banche a garantire l’inoptato come accaduto con Saipem (BIT:SPMI) (adc iperdiluitivo)”.

A settembre, Bce permettendo, ci sarà l’assemblea straordinaria per l’aumento di capitale che vedrà luce prima dell’ultima trimestrale, che “potrebbe portare alla luce altre sorprese negative”.

Per Mps sarà un autunno caldo in odore di buy-in per fine anno? Per gli azionisti storici “una beffa”, afferma Gennaccari, mentre per chi volesse entrare sul titolo “meglio aspettare la trimestrale post aumento di capitale oppure lo scenario potrebbe ribaltarsi con l’arrivo dell’acquirente salvifico definitivo dopo le recenti parentesi su UniCredit (BIT:CRDI) e Credit Agricole (EPA:CAGR)”.

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