Istat: Pil italiano a +1% rispetto al trimestre precedente. Inflazione al 7,9%, prezzi mai così alti

La ripresa azzera la crisi da Covid e non ci sono stati i temuti effetti negativi delle sanzioni alla Russia. Ma l’inflazione è alta e riduce il potere d’acquisto dei salari

La salute della nostra economia manda segnali positivi.

Nel secondo trimestre del 2022 l’Istat stima che il prodotto interno lordo (Pil) italiano sia aumentato dell’1% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% se paragonato al secondo trimestre del 2021. Lo rileva l’Istat nella sua stima preliminare relativa al secondo trimestre dell’anno.

Il trimestre in questione, comunica l’Istituto di statistica, ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto a quello precedente, sia rispetto al secondo trimestre del 2021.

La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

Un operaio Ansa

La fase espansiva del Pil prosegue pertanto per il sesto trimestre consecutivo, in accelerazione rispetto al primo trimestre dell’anno, quando la crescita era risultata lievemente positiva”, commenta l’Istat. Come sempre, si rimarca la natura provvisoria di questa stima. 

La situazione in Francia e in Germania

Dopo il calo dello 0,2% registrato nel primo trimestre, il Pil della Francia è cresciuto dello 0,5% nel secondo. L’aumento è maggiore delle stime. Il Pil della Spagna cresce invece dell’1,1% nel secondo trimestre rispetto al trimestre precedente. Quello tedesco registra invece una variazione nulla nel secondo trimestre rispetto al primo.

Cresce l’inflazione e aumenti record dei prezzi

Segnali poco confortanti quelli che arrivano invece sul fronte dell’ inflazione e del carovita.

Secondo quanto rilevato dall’ Istat, In Italia l’inflazione acquisita per il 2022, ovvero quella che si otterrebbe ipotizzando una variazione nulla nella restante parte dell’anno, è al +6,7% per l’indice generale e a +3,3% per la componente di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi. 

Nel mese di luglio 2022 l’inflazione aumenta del 7,9% su base annua, contro il +8% registrato a giugno. L’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile.

“L’inflazione su base tendenziale rimane elevata pur riducendosi di un decimo di punto percentuale – spiega l’Istituto di statistica – Ciò si deve ad andamenti contrastanti. “Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici che si registra a luglio, non frena l’onda lunga delle tensioni inflazionistiche che si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici”.

Accelera la crescita dei prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa‘, che a luglio si porta a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984. 

“La crescita dei prezzi degli Alimentari lavorati, dei Beni durevoli e non, dei Servizi relativi ai trasporti e dei Servizi vari accelera, spingendo l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo; +4,1%) e quella al netto dei soli beni energetici (+4,7%) a livelli che non si vedevano, rispettivamente, da giugno e maggio 1996”, viene spiegato nella nota preliminare Istat.

Istat: prezzi carrello spesa

L’allarme delle Associazioni consumatori

“L’inflazione ancora elevatissima e pari al 7,9% a luglio realizza un “massacro” sulle tasche dei consumatori e avrà effetti pesantissimi sull’economia nazionale”. E’ il grido d’allarme lanciato dal Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat.

“Il tasso di inflazione al 7,9% si traduce a parità di consumi in una maggiore spesa pari a +2.427 euro annui per la famiglia “tipo”, che raggiungono +3.152 euro annui per un nucleo con due figli, considerata la totalità dei consumi di una famiglia”, calcola l’associazione di tutela dei consumatori.

“Siamo in presenza di una vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull’economia e sulle condizioni economiche delle famiglie”, sottolinea il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. “Il Governo non può più perdere tempo, e deve intervenire con urgenza tagliando subito l’Iva sui beni di prima necessità come gli alimentari, i cui prezzi hanno subito a luglio un rincaro record del +10% su base annua, in modo da consentire una riduzione immediata dei listini al dettaglio e permettere alle famiglie di mettere il cibo in tavola senza subire un salasso”.

“L’inflazione rimane ancora elevatissima a luglio con il tasso di crescita dei prezzi al dettaglio che raggiunge i livelli più alti degli ultimi 38 anni”. Afferma Assoutenti. “Prosegue l’allarme sul fronte degli alimentari che anche a luglio registrano una impennata record, aumentando addirittura del 10% rispetto allo scorso anno. Questo significa che una famiglia con due figli, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a +749 euro annui, una stangata senza precedenti”, spiega il presidente dell’associazione Furio Truzzi.

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