Turchia: inflazione vola del 79% a giugno. Erdogan ostinato, lira turca non trova il fondo

Altro che boom dell’inflazione oltre l’8% negli Stati Uniti e nell’area euro. In Turchia il tasso di inflazione annuale si è attestato nel mese di giugno al 78,62%, stando a quanto reso noto dall’Istituto di statistica del paese guidato da Recep Tayyip Erdogan.

La fiammata dei prezzi è stata la più forte degli ultimi 25 anni. C’è da dire che l’inflazione della Turchia stava schizzando verso l’alto ben prima della guerra tra Russia e Ucraina, a causa del diktat che Erdogan aveva imposto alla banca centrale: quello di continuare a tagliare (non ad alzare) i tassi di interesse.

Su base mensile l’inflazione è salita del 4,9% a giugno.

Balzo in particolare dei costi dei trasporti, volati del 123,37% su base annua, a fronte dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande non-alcoliche, schizzati del 93,93%.

A causa dell’avversione di Erdogan verso i rialzi dei tassi di interesse – a suo avviso sarebbero ‘la madre di tutti i mali’ – l’inflazione della Turchia è stata provocata anche dal tonfo della lira.

D’altronde la banca centrale è stata obbligata su istruzioni del presidente Erdogan a tagliare ripetutamente i tassi nel 2020 e del 2021, anche a fronte di una impennata dei prezzi.

I tassi di interesse sono stati tagliati fino al 14% lo scorso autunno, e da allora sono rimasti invariati: la lira turca è invece crollata del 44% contro il dollaro nel corso del 2021, capitolando del 21% contro la valuta Usa dall’inizio del 2022.

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