Greggio aumenta guadagni su limiti di offerta principali produttori

MELBOURNE/SINGAPORE (Reuters) – I prezzi del petrolio continuano a crescere per il terzo giorno consecutivo, mentre sembra improbabile che i principali produttori, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, possano aumentare la produzione in modo significativo e con i disordini politici in Libia ed Ecuador che si aggiungono ai timori sull’offerta.

Intorno alle 13,05, i futures sul greggio statunitense sono in rialzo di 1,89 dollari, o dell’1,8%, a 111,47 dollari al barile, estendendo il guadagno dell’1,8% della seduta precedente.

I futures sul Brent guadagnano 2,31 dollari, o il 2%, a 117,35 dollari, estendendo il rialzo dell’1,7% della seduta precedente.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha detto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, a margine del G7, che gli Emirati Arabi Uniti stanno producendo al massimo della propria capacità e che l’Arabia Saudita potrebbe aumentare la produzione di soli 150.000 barili al giorno, ben al di sotto della capacità di riserva nominale di circa 2 milioni di barili al giorno.

Il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti Suhail al-Mazrouei aveva detto ieri che gli Emirati Arabi Uniti stavano producendo quasi al massimo della propria capacità, in base alla quota di 3,168 milioni di barili al giorno prevista dall’accordo interno all’OPEC+.

Gli analisti hanno anche detto che i disordini politici in Ecuador e in Libia potrebbero portare un’ulteriore riduzione dell’offerta.

La National Oil Corporation, la compagnia petrolifera nazionale libica, aveva detto ieri che potrebbe essere costretta a invocare lo stato di forza maggiore nell’area del Golfo della Sirte entro i prossimi tre giorni, se la produzione e il trasporto non dovessero riprendere nei terminali petroliferi della zona.

Il ministero dell’Energia dell’Ecuador ha affermato che il Paese potrebbe sospendere completamente la produzione di petrolio nei prossimi due giorni a seguito delle proteste antigovernative. L’ex Paese OPEC stava estraendo circa 520.000 barili al giorno prima delle proteste.

Questi fattori sottolineano le carenze del mercato, che hanno portato a un rimbalzo dei prezzi questa settimana, dopo i timori di recessione delle scorse due settimane.

I leader del G7 stanno discutendo di un potenziale tetto ai prezzi del petrolio e del gas russo, che colpirebbe la capacità di finanziamento della guerra da parte di Mosca e, allo stesso tempo, abbasserebbe i prezzi dell’energia. [L6N2YF05T]

Un funzionario presidenziale francese ha inoltre invitato le potenze mondiali a esplorare tutte le opzioni per alleviare la stretta russa sulle forniture energetiche che ha fatto lievitare i prezzi, compresi colloqui con Paesi produttori come Iran e Venezuela.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Claudia Cristoferi)

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