Usa, Pil si contrae meno del previsto nel secondo trimestre

WASHINGTON (Reuters) – Nel secondo trimestre l’economia statunitense si è contratta a un ritmo più moderato di quanto previsto inizialmente, grazie al rallentamento dell’accumulo di scorte che ha frenato la spesa dei consumatori, allontanando i timori di una recessione.

Il prodotto interno lordo si è ridotto a un tasso annualizzato dello 0,6% nello scorso trimestre, ha detto il Dipartimento del Commercio nella sua seconda stima del PIL pubblicata oggi. Si tratta di una revisione al rialzo rispetto al calo dello 0,9% stimato in precedenza. Nel primo trimestre l’economia si era contratta a un tasso dell’1,6%.

Gli economisti interpellati da Reuters si aspettavano una revisione leggermente al rialzo del PIL, per un calo dello 0,8%.

Sebbene i due cali trimestrali del PIL soddisfino la definizione standard di recessione tecnica, dati più ampi dell’attività economica suggeriscono un lento ritmo di espansione piuttosto che una recessione.

Le vendite al dettaglio sottostanti sono state molto più forti di quanto inizialmente riportato a maggio, e tale forza si è protratta per tutto giugno e luglio. La produzione industriale ha raggiunto un livello record a luglio, mentre la spesa delle imprese per le attrezzature è stata solida. Il mercato del lavoro continua a produrre posti di lavoro a ritmo sostenuto.

Il National Bureau of Economic Research, l’arbitro ufficiale delle recessioni negli Stati Uniti, definisce una recessione come “un calo significativo dell’attività economica diffuso in tutta l’economia, che dura più di qualche mese, normalmente visibile nella produzione, nell’occupazione, nei redditi reali e in altri indicatori”

Ma il rischio di recessione è aumentato con l’aumento aggressivo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per raffreddare la domanda al fine di contenere l’inflazione, facendo peggiorare la fiducia delle imprese e dei consumatori. Da marzo la banca centrale statunitense ha aumentato il tasso di interesse di 225 punti base.

Il discorso di domani del presidente della Fed Jerome Powell alla conferenza annuale delle banche centrali mondiali di Jackson Hole, nel Wyoming, potrebbe fare maggiore chiarezza sulla possibilità che la banca centrale statunitense riesca ad tenere sotto controllo il rallentamento dell’economia senza scatenare una recessione.

Il mercato del lavoro è un tassello fondamentale di questo puzzle. Sebbene i settori sensibili ai tassi d’interesse, come l’edilizia e la tecnologia, stiano licenziando lavoratori, la riduzione dei posti di lavoro su larga scala non si è ancora concretizzata, lasciando il mercato del lavoro nel suo complesso in tensione.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous post I giganti tech di Hong Kong in forte rialzo su possibile accordo con USA
Next post La California accelera sull’elettrico: dal 2035 stop vendita auto a combustione