Wall Street apre in rialzo. Fari puntati sul dato dell’inflazione in uscita il 10 agosto

Gli economisti stimano un calo dell’inflazione rispetto a giugno, ma a banca centrale Usa ha lasciato intendere che continuerà la politica di strette aggressive. A supportarla c’è un mercato del lavoro migliore delle previsioni. Positive le borse europee

Wall Street apre sopra la parità, in un lunedì in cui gli investitori sembrano aver digerito i risultati sul mercato del lavoro migliori del previsto, pubblicati lo scorso venerdì. La data da segnare in rosso sul calendario è ora quella di mercoledì 10 agosto, quando verrà fornita la lettura sul dato dell’inflazione di luglio. Nel frattempo, il Dow Jones in apertura guadagna lo 0,5%, l’S&P 500 lo 0,6% e il Nasdaq lo 0,8%. Rendimento del Treasury decennale in flessione, sotto il 2,8%. Cambio euro-dollaro in rafforzamento verso 1,02.

Inflazione prevista più debole, ma la Fed non si fermerà

La nuova lettura dell’indice dei prezzi al consumo fornirà agli investitori maggiori chiarimenti sulle prossime mosse della Fed, in occasione della riunione di settembre. Gli operatori stanno valutando una maggiore probabilità di un aumento di 0,75 punti il mese prossimo, che sarebbe il terzo consecutivo di tale entità. Secondo le stime di Dow Jones, l’indice dei prezzi al consumo Cpi, che comprende energia e generi alimentari, dovrebbe scendere all’8,7% a luglio, dal 9,1% a giugno, valore massimo da 40 anni. Nonostante ciò Michelle Bowman, membro della Fed, tra i maggiori sostenitori dell’aumento dei tassi di 75 punti del mese scorso, ha dichiarato che “aumenti di dimensioni analoghe dovrebbero essere previsti fino a quando non vedremo l’inflazione diminuire in modo consistente, significativo e duraturo”.

Dal mercato del lavoro un assist alla Fed

A favorire la postura aggressiva della banca centrale dovrebbe esserci anche il rapporto sul mercato del lavoro pubblicato lo scorso venerdì. Nel dettaglio, l’economia americana ha creato a luglio 528mila posti in settori non agricoli, contro gli appena 250mila ipotizzati dal consenso. Anche il tasso di disoccupazione, sceso al 3,5%, è più basso del 3,6% atteso. Le cifre dei mesi scorsi sono stato state riviste al rialzo di circa 28mila unità (2mila a maggio, 26mila a giugno). I salari medi infine sono saliti dello 0,5% mese su mese, più del consenso (0,3%), e del 5,2% anno su anno (previsioni al 4,9%). Il mercato nel corso dell’ultima seduta della scorsa settimana ha temuto che, con un’occupazione molto più solida delle attese, la Federal Reserve abbia le mani libere per inasprire la stretta monetaria già in atto, senza il timore di una recessione. (riproduzione riservata)

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